Che cos’è la balbuzie?
Il termine balbuzie indica un disordine della fluenza verbale, comune in persone di tutte l’età, diffuso tra tutte le popolazioni e i diversi gruppi linguistici. La balbuzie rientra all’interno dei Disturbi del neuro-sviluppo, che si manifestano in età prescolare. Viene descritta come un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio, inadeguati per l’età e le abilità linguistiche del soggetto, che si protrae nel tempo.
Quali sono le caratteristiche e i sintomi della balbuzie?
Possiamo dividere i sintomi della balbuzie in sintomi primari, di cui fanno parti i comportamenti verbali come:
- Ripetizioni di suoni, sillabe, parole o parti di parole
- Prolungamenti di suoni
- Blocchi nella fonazione
E sintomi secondari, cioè l’insieme dei meccanismi che la persona mette in atto per far fronte e nascondere le sue difficoltà comunicative primarie, quali:
- Alterazione della velocità dell’eloquio
- Tensione di distretti muscolari (tensione muscolare di faccia, collo o movimenti volontari associati)
- Reazioni emotive negative: rabbia, vergogne
- Cognizioni negative sulla propria verbalità: rinunce e deleghe comunicative
Queste manifestazioni causano nel soggetto ansia o limitazione nella comunicazione, soprattutto in determinate situazioni ritenute ad alto carico emotivo. Il tutto si ripercuote negativamente sulla partecipazione sociale o nella prestazione scolastica o lavorativa. La variabilità è una costante della balbuzie, la gravità varia da persona a persona e anche nella stessa persona può variare a seconda della situazione in cui si trova.
Quali sono le cause della balbuzie?
È possibile affermare che le balbuzie sia un disturbo complesso, dinamico, multifattoriale e multidimensionale, per il quale è possibile ereditare geneticamente una predisposizione, quindi dei fattori endogeni e predisponenti; ma la cui manifestazione sarebbe condizionata da molteplici fattori, quali le variabili individuali (cognitive, linguistiche, affettive e neurofisiologiche) e ambientali (socio-culturali, familiari, scolari e terapeutiche).
Come viene fatta la diagnosi della balbuzie?
La diagnosi di balbuzie viene effettuata attraverso un’analisi quali – quantitativa dell’eloquio associata ad un’analisi degli aspetti emotivo – comportamentali. La presenza di disfluenze è la condizione necessaria, seppur non sufficiente, per poter porre diagnosi. La valutazione clinica viene effettuata mediante un’osservazione ed una registrazione di tutte le diverse variabili correlate al problema.
Quali sono i possibili trattamenti?
I trattamenti variano molto a seconda che si tratti di bambini o adulti e per le stesse classi di età, possono spaziare da trattamenti indiretti (gestiti dai genitori e guidati dal terapista) a trattamenti diretti (gestiti dal terapista). Al fine di scegliere il trattamento più adeguato risulta fondamentale considerare le richieste ed i bisogni della persona, per porsi degli obiettivi realmente condivisi e perseguibili. Esistono diversi programmi di trattamento, l’intervento può essere logopedico, psicologico, o in altri casi integrato logopedico e psicologico a secondo delle esigenze della persona.
Qual è il ruolo del logopedista nel trattamento della balbuzie?
Il ruolo del logopedista, dopo un’attenta valutazione, è quello di promuovere l’apprendimento di tecniche facilitanti, volte a migliorare la fluenza dell’eloquio e di rinforzare il vissuto positivo e la fiducia legati alla comunicazione verbale. In un secondo momento, ha il compito di favorire il trasferimento delle tecniche apprese dal setting clinico alla vita quotidiana, al fine promuovere il mantenimento della fluenza raggiunta, in ogni contesto e nel tempo.
Durante l’intero percorso, il logopedista monitora l’andamento sia degli aspetti relativi alla gestione della disfluenza, sia aspetti relativi all’attitudine comunicativa, ovvero alla “percezione positiva o negativa che il parlante, in base alla propria esperienza, sviluppa nei confronti della propria verbalità e di sé stesso come abile o non abile comunicatore” (Bernardini, 2008; Florio e Bernardini, 2014).
Fondamentale è la condivisione, in ogni seduta viene riservato ampio spazio al counselling al fine di valutare la motivazione, stabilire obiettivi realistici, migliorare l’autostima nei confronti delle proprie abilità comunicative, aiutare il paziente ad affrontare le situazioni comunicative problematiche ed a trasferire i risultati ottenuti.
Presso lo Studio Kea di Trieste e Fiumicello puoi trovare logopedisti e psicologi che si occupano di balbuzie.
Damiana Dominutti
Logopedista