Il Burnout: cos’è, come si sviluppa, come si previene

Con il termine “Burnout” si intende la sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e di ridotta realizzazione professionale che può insorgere in operatori che lavorano a contatto con le persone.

È un processo che si divide in più fasi, provocando il disimpegno del professionista in risposta allo stress e alla tensione assorbita nell’ambito lavorativo. 

La sintomatologia è varia e dimostra la molteplicità degli aspetti problematici del burnout. 

Nelle cosiddette “helping professions” è di notevole importanza la competenza e l’efficienza, intesa come consapevolezza di essere in grado di prestare un valido aiuto agli utenti.

Al contrario, nel momento in cui l’operatore sente che la richiesta di una prestazione non può essere soddisfatta, perchè è al di sopra delle sue possibilità, prova un senso di tensione crescente che lo può portare in una situazione di stress tale da influire anche sull’integrità fisica, rendendo i soggetti vulnerabili nei confronti di malattie che non sembrerebbero collegabili a questa sindrome, come: fatica, debolezza, depressione, influenze e raffreddori frequenti, disturbi gastrointestinali, mali di testa e di schiena persistenti, insonnia. Questi stati possono essere connessi all’incapacità dell’operatore di vivere la situazione lavorativa in modo adeguato con un buon livello di fiducia in se stesso. Tuttavia non è la presenza del sintomo ad indicare lo stato patologico: sarà pertanto utile individuare quei segnali atti a valutare l’intensità e la frequenza con le quali essi si manifestano, per poter avviare le procedure per fronteggiarli. 

Il benessere dell’utente dipende per larga parte dal benessere che l’operatore riesce a trasmettergli. Ottenere una sensazione di efficienza e di utilità è uno dei principali stimoli che guida e orienta gli operatori delle “helping professions”. Ogni fattore che porta ad una frustrazione nei confronti di questa meta, contribuirà allo stress e all’esaurimento. La qualità della prestazione dell’operatore in difficoltà non può che essere molto bassa e pertanto riflettersi in termini di ulteriore malessere del soggetto da curare.

Le cause del Burnout

All’origine del burnout si possono individuare tre elementi fondamentali: la struttura organizzativa, i fattori individuali e gli aspetti culturali. 

La struttura organizzativa influisce sulla motivazione e, di conseguenza, sulla prestazione degli operatori; la tensione può esser generata dai conflitti tra i vari ruoli della struttura organizzativa, dal sovraccarico di utenti da seguire, che può comportare un eccessiva responsabilità attribuita all’operatore, dalle ambiguità di ruolo che possono derivare dall’insufficienza di informazioni interne all’organizzazione o al comportamento da mettere in atto in casi di emergenza e dalla mancanza di stimolazione che può riguardare la monotonia dell’attività lavorativa e dall’impossibilità di incrementare le proprie competenze.

La gestione  degli incarichi e le responsabilità all’interno di un equipe, può influire quando l’operatore percepisce la sua incapacità decisionale o l’inesistente potere di controllo sulla situazione lavorativa e può portare al manifestarsi di stati di tensione emotiva ed alienazione.

Infine, la chiarezza degli obiettivi da raggiungere è molto importante per la prevenzione del burnout, in quanto obiettivi chiari forniscono una costante guida per l’operatore nel percorso di aiuto all’utente. E’ anche vero che l’imposizione di regole per la gestione delle situazioni può creare un senso di frustrazione, di mancata partecipazione alle decisioni e di inibizione alle iniziative individuali. 

Continuando nell’analisi dei tre elementi fondamentali per individuare il burnout, troviamo i fattori individuali tra cui troviamo: i tratti di personalità che condizionano la risposta alla situazione stressanti dell’individuo come: l’ansia nevrotica, la sindrome di tipo “A” (caratterizzata da un’energia eccessivamente diretta alla competizione, aggressività, impazienza e una fastidiosa sensazione di mancanza di tempo), percezione di controllo sulla situazione, l’adattabilità personale e l’introversione. Tutti questi cinque tratti di personalità influiscono sul grado di tensione e di emotività dei soggetti, rendendoli più vulnerabili allo stress e indebolendo i meccanismi di difesa. L’ultima componente dei fattori individuali è l’esperienza precedente: i tratti della personalità e gli obiettivi che le persone si pongono, sono strettamente correlati a ciò che hanno vissuto in precedenza. .

Infine, il contesto culturale e il clima socio-politico, sono ritenuti rilevanti per lo sviluppo della sindrome del burnout. Nel corso del tempo, sopratutto nelle società occidentali, l’autorealizzazione professionale è diventata uno degli obiettivi primari da raggiungere, con la conseguente mitizzazione del lavoro che tende a portare ad una sempre maggior sensazione di insoddisfazione quando non si riescono a raggiungere gli obiettivi professionali prestabiliti.

La prevenzione del Burnout

Per un primo approccio alla questione della prevenzione del burnout, è importante considerare tale fenomeno come reale e attuale, sopratutto in riferimento a quelle professioni che per definizione sono dedite alle esigenze e domande di aiuto da parte della gente, come succede per quanti operano nel contesto dei servizi sociali o sanitari. 

Una prima indicazione è che, sebbene i fattori che contribuiscono al burnout possano essere individuati a livello individuale o nel più vasto contesto storico-sociale, il più utile punto d’intervento è la situazione lavorativa, essendo più semplice ristrutturare un ruolo che l’individuo o la società. Una seconda indicazione è che si dovrebbe evitare la tendenza a definire delle soluzioni in termini di maggiori risorse; questo perchè vi sono molte altre cause di burnout (conflitto e ambiguità di ruolo, mancanza di varietà lavorativa, insufficiente autonomia e controllo sul proprio lavoro) che hanno poco in comune con le risorse.

Un’altra linea di intervento riguarda l’importanza della prevenzione: prevenire il burnout ha un preciso significato sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista del costo umano, in quanto una tendenza del burnout è quella di essere altamente contagioso tra le persone di una equipe, andando a disturbare di conseguenza le condizioni di benessere lavorativo. 

Il trattamento del Burnout

Per delle strategie di intervento che siano in grado di migliorare la situazione problematica dell’operatore di aiuto, innanzitutto occorre che l’operatore sia consapevole che il problema è un fatto reale a cui è necessario trovare risposta. Sviluppare un’ accurata percezione di quello che sta accadendo, può determinare inizialmente un aumento del disagio, ma solo acquisendo consapevolezza del problema, è possibile passare all’azione. Perchè il cambiamento sia effettivo, l’operatore deve esser disposto ad assumersi la responsabilità di fare qualcosa. A questo punto, l’ulteriore passo da fare è quello di raggiungere un certo grado di chiarezza cognitiva: comprendere ciò che alcune cose nella situazione lavorativa sono difficili da cambiare, mentre altre non richiedono un grande sforzo. Questo può permettere agli operatori di indirizzare i loro sforzi là dove potrebbe esserci una maggior probabilità di successo. Non bisogna, inoltre, dimenticare che l’essere capaci di effettuare un cambiamento reale, anche minimo, può contribuire da solo a ridurre il sentimento di debolezza e disperazione.

Perchè tutto ciò avvenga, occorre riorganizzare i servizi, umanizzando l’ambiente di lavoro; in secondo luogo occorre elaborare progetti di prevenzione del fenomeno di burnout attraverso una strategia che tenga conto del momento della “formazione”, da intendersi come momento in cui si cerca di migliorare la professionalità dell’operatore, affinando le sue capacità relazionali e le sue competenze professionali. Un altro momento è quello dell’“insegnamento”, in cui l’operatore deve acquisire nuove tecniche e nuove strategie per la soluzione dei problemi, specie se riferiti a condizioni di lavoro altamente stressanti e apprende modalità per migliorare la comunicazione all’interno dell’equipe di lavoro. 

Occorre inoltre che l’operatore recuperi spazi propri di tempo libero e cultura, estranei al lavoro, cioè relazioni sociali con persone al di fuori del mondo lavorativo. 

Una strategia di intervento molto efficace è rappresentata dall’utilizzo di semplici tecniche di rilassamento, sia di tipo fisico che mentale. Per ottenere dei buoni risultati, è indispensabile che, una volta acquisite attraverso uno specifico training, si adoperino tali tecniche quotidianamente

Si può anche agire a livello organizzativo, attivando tutti quei tipi di intervento intesi a modificare l’ambiente in cui lavora l’operatore e il suo stile di lavoro con gli altri, affrontando così il divario che si crea tra operatore e contesto lavorativo. Questo va fatto attraverso approcci organizzativi diretti a trovare nuovi rapporti tra persone e lavoro, cioè volti sia a contenere l’insorgenza dello stress attraverso un’ azione di tipo preventivo, sia ad aumentare le occasioni di soddisfazione lavorativa del singolo operatore. Attraverso il livello di intervento di tipo organizzativo si vuole ottenere un riscontro positivo, garantendo il rispetto dell’operatore e della sua professionalità con strutture adeguate e con il rispetto delle norme contrattuali. Questo può voler dire per esempio, rivedere il numero degli utenti con cui gli operatori devono interagire, diminuire o distribuire meglio le ore di lavoro, ma soprattutto insegnare a lavorare meglio attraverso una formazione professionale adeguata, compiendo cambiamenti nel modo di gestire il lavoro, in modo da creare meno stress e più efficacia. 

Unendo un approccio di tipo organizzativo ad un approccio di tipo individuale, si possono avere ottime possibilità di realizzare un cambiamento efficace. 

dott. Lorenzo Zancolich

Psicologo Psicoterapeuta

Riferimenti Bibliografici:

Pellegrino F. (2000). La sindrome del burn-out. Torino: Centro Scientifico Editore

Maslach C. (1992). La sindrome del Burnout. Il Prezzo dell’Aiuti agli Altri. Cittadella Editrice

Del Rio G. (1990). Stress e lavoro nei servizi. Sintomi, cause e rimedi del burnout. Roman: NIS