Che cos’è il trauma cranico?
Per trauma cranico si intende un danno causato da un evento fisico di tipo meccanico, che coinvolge una struttura del distretto cranico-encefalico, con coinvolgimento non solo della struttura ossea, ma anche dei tessuti cutanei, muscolari, vascolari, del cervello e i suoi involucri meningei, il danno potrà essere diffuso o focale, ovvero coinvolgere solo alcune funzioni cognitive. I traumi cranici vengono classificati secondo diversi parametri:
- trauma aperto o chiuso a seconda che sia presente o assente una frattura della calotta cranica;
- traumi commotivi, che prevedono la perdita transitoria di coscienza, presenza di stato confusionale con difficoltà di concentrazione, amnesia retrograda (ovvero la perdita della memoria dell’evento traumatico), cefalea, sonnolenza e acufeni;
- traumi non commotivi quando non c’è perdita di coscienza;
- traumi cranici lievi: nel caso in cui sia presente una perdita di coscienza questa ha una durata inferiore ai 30 minuti ed è presente amnesia post traumatica inferiore alle 24 ore. Nei casi in cui non ci sia perdita ddi coscienza i sintomi si possono manifestare anche ore o giorni dopo l’evento traumatico.
- traumi cranici moderati: la sintomatologia perdura per alcuni mesi;
- traumi cranici gravi: molto spesso il paziente è in coma e presenta lesioni molto gravi, che comportano una condizione di disabilità e perdita di autonomia.
La gravità del trauma cranico viene definita dal personale medico attraverso l’uso della scala Glasgow, che indica lo stato neurologico del paziente e la sua capacità di rispondere a diversi tipi di stimolo.
In base al tipo di lesioni riscontrate si parla di:
- trauma focale, quando le lesioni sono localizzate in una determinata area: frontale, facciale o alla nuca;
- trauma diffuso commotivo o non commotivo, il trauma coinvolge diverse aree del cervello e può esserci rottura della scatola cranica (trauma commotivo).
Quali sono i sintomi del trauma cranico?
A seconda del tipo di trauma cranico riportato si manifesteranno diverse tipologie di sintomi e deficit, che si spostano lungo un continuum sindromico che va da sintomi lievi a gravi forme di disabilità. A seconda dell’entità del trauma i sintomi più comuni sono:
- disturbi visivi: visione doppia o confusa, dilatazione pupillare (midriasi) o paralisi pupillare;
- cefalea persistente;
- perdita della memoria;
- difficoltà di concentrazione;
- sbalzi d’umore e depressione;
- sonnolenza;
- acufeni;
- crisi epilettiche;
- perdita di sensibilità o formicolio delle estremità;
- alterazioni del linguaggio;
- perdita della coordinazione motoria;
- disturbi comportamentali: aumento dell’aggressività e dell’irritabilità.
Quali sono le cause del trauma cranico?
Le cause del trauma cranico sono da ricercarsi in agenti fisici esterni alla persona che coinvolgono il distretto cranico-encefalico, quali:
- incidenti con mezzi di trasporto o investimento;
- cadute accidentali;
- incidenti domestici;
- infortuni sul lavoro;
- infortuni sportivi.
Come viene fatta la diagnosi del trauma cranico?
La diagnosi viene effettuata unicamente dal personale medico, che fornirà una prima classificazione del trauma mediante l’utilizzo della scala di Glasgow, uno strumento che indica il grado di coscienza della persona coinvolta nell’incidente, successivamente la persona verrà sottoposta ad una TAC o risonanza magnetica e successivamente si procederà ad esame neurologico e una valutazione neuropsicologica.
Quali sono le conseguenze del trauma cranico?
A seconda delle caratteristiche del trauma cranico le conseguenze possono essere diverse e comportare diversi gradi di invalidità o nei casi più gravi la morte. Gli esiti più comuni sono:
- epilessia post-traumatica, che solitamente insorge 1-2 mesi dopo il trauma;
- idrocefalo, ovvero la dilatazione del sistema ventricolare dentro cui scorre il liquor cefalo-rachidiano;
- Malattia di Alzheimer;
- Morbo di Parkinson;
Quali sono i possibili trattamenti?
Nel caso di un trauma cranico lieve i sintomi regrediscono spontaneamente, in tutti gli altri casi è necessario intrapredenre un percorso riabilitativo multidisciplinare, che coinvolge diverse figure professionali, quali:
- neuropsicologo: si occupa del recupero delle funzioni deficitarie, quali ad esempio memoria, attenzione e consapevolezza;
- logopedista;
- fisioterapista;
- terapista occupazionale: si occupa della valutazione della perdita di funzionalità nelle quotidianità e insegna strategie per raggiungere il maggior grado possibile di autonomia;
- psicologo: il suo intervento si rivolge non sola alla persona che ha subito il trauma cranico, ma anche ai caregivers, offrendo un supporto per poter favorire l’accettazione e l’adattamento alla nuova condizione di vita.
Presso lo studio Kea è presente un equipe multidisciplinare specializzata nella presa in carico globale del paziente e dei suoi caregivers.