Roberta ha 9 anni e frequenta la IV primaria. I genitori la descrivono come una bambina molto sveglia e con un’ottima memoria. Ma, nonostante si impegni molto, la bambina fatica ad ottenere dei buoni risultati in ambito scolastico.
Facendo i compiti con lei, i genitori si sono accorti che Roberta fatica a svolgere compiti abbastanza semplici, è molto lenta nella lettura, e molto spesso deve interrompersi per sillabare una parola, anche se l’ha già vista molte volte scritta sui suoi libri di scuola, e in alcuni casi inverte alcune lettere, non riuscendo a capire bene ciò che ha appena letto.
AI colloqui con le maestre, viene riferito che la bimba, seppur abbia dei buoni rapporti con tutti i compagni di classe, comincia a manifestare scarsa autostima e in alcuni casi esprime di non sentirsi brava come i suoi compagni. Parlando con le maestre i genitori di Roberta si ricordano che anche durante la scuola dell’infanzia la bambina ha faticato molto ad apprendere compiti molto semplici, come leggere l’orologio e imparare i giorni della settimana, e che ancora oggi fatica a distinguere la destra e la sinistra.
Le maestre, sospettando una Dislessia, consigliano ai genitori di Roberta di effettuare una valutazione per Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).
Cosa si intende per Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA)?
Quando si parla di Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) si intende una condizione in cui un/a bambino/a non riesce a rendere automatico uno specifico ambito degli apprendimenti (ad esempio, nel caso della dislessia, la lettura), e le sue abilità si discostano notevolmente dal livello atteso per la classe frequentata.
I/le bambini/e con un DSA devono avere un livello intellettivo nella media o superiore alla media e non presentare difficoltà sensoriali (ad esempio problemi di vista o udito), o una storia scolastica discontinua, che possano spiegare le difficoltà.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) sono quattro:
- Dislessia, che si manifesta solitamente attraverso una lettura molto lenta, poco fluida, e/o con molti errori;
- Disortografia, che si manifesta con una difficoltà nel recupero delle corrette regole ortografiche della scrittura;
- Disgrafia, che si manifesta attraverso una grafia poco scorrevole, difficilmente leggibile, e in alcuni casi una difficoltà ad apprendere uno specifico carattere di scrittura (ad esempio il corsivo);
- Discalculia, che si manifesta con una difficoltà nel compiere semplici calcoli o nell’avere a che fare con numeri e con le quantità.
I Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) possono presentarsi singolarmente o, come molto spesso avviene, in combinazione tra loro, o con altri disturbi del neurosviluppo (ad esempio con il Disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività – ADHD)
Come si svolge la valutazione di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)?
Il percorso di valutazione per diagnosticare un Disturbo Specifico dell’Apprendimento prevede tre momenti distinti, ma imprescindibili:
- La fase anamnestica: momento in cui, tramite un colloquio con i genitori, il professionista raccoglie le informazioni riguardanti le difficoltà rilevate a scuola, il raggiungimento delle tappe dello sviluppo, la storia scolastica ed extra-scolastica, e gli aspetti emotivi e comportamentali.
- La fase di valutazione testistica: durante questa fase, vengono somministrate, da parte del professionista, delle prove direttamente al/la bambino/a. Le prove consistono in una serie di attività presentate sotto forma di giochi ed esercizi adatti all’età e alla classe frequentata. Le prove valutano il livello intellettivo (indispensabile per una diagnosi di DSA), le capacità cognitive indispensabili per un corretto apprendimento scolastico (memoria, attenzione, linguaggio e funzioni esecutive), e lo stato degli apprendimenti scolastici (lettura, comprensione del testo, scrittura e calcolo).
- La fase di restituzione: una volta completate le prime due fasi del percorso di valutazione, il professionista fisserà un’ulteriore incontro con i genitori, in cui illustrerà i risultati delle prove e trarrà le conclusioni diagnostiche. In questa occasione verrà anche rilasciata una relazione scritta che riassume il percorso svolto e che deve essere consegnata alla scuola in modo da permettere ai docenti di comprendere quali sono le difficoltà rilevate.
Il percorso di valutazione di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) non deve avere come solo scopo quello di diagnosticare la presenza del disturbo, ma deve servire a cogliere i punti di forza e di debolezza del profilo del/la bambino/a, in modo da fornire ai genitori e agli insegnanti delle indicazioni su come approcciare le richieste scolastiche nel modo più adatto e specifico, e permettere ai bambini e ragazzi di apprendere nel modo più adeguato alle loro competenze.
Quando può essere utile rivolgersi a un professionista per una valutazione di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)?
La valutazione per una diagnosi di DSA può essere effettuata dai primi anni della scuola primaria (dalla seconda primaria), e può essere svolta per alunni di tutti i cicli scolastici (scuola media, scuola superiore, università), e perfino in età adulta.
La scelta di una valutazione può essere utile quando quest’ultima viene suggerita dalla scuola, o quando i genitori osservano che il/la proprio figlio/a presenta delle difficoltà nel far fronte alle richieste scolastiche. Sarà ovviamente compito del professionista, dopo un primo colloquio con i genitori consigliare o meno di svolgere l’intero percorso di valutazione, nel caso in cui vi fossero delle precise indicazioni che facciano sospettare la presenza di un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).
Cosa si può fare dopo la diagnosi di disturbo specifico dell’apprendimento (DSA)?
In seguito ad una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) la scuola è tenuta ad attivare un Piano Didattico Personalizzato (PDP), cioè un documento in cui verranno inseriti gli strumenti compensativi, le misure dispensative e le modalità di verifica idonei a migliorare il rendimento scolastico dello studente in funzione delle sue peculiarità (come previsto dalla Legge 170/2010).
Inoltre, sulle base delle difficoltà presentate e dell’età del bambino, sarà possibile valutare la possibilità di un percorso di potenziamento, cioè una serie di incontri in cui vengono svolte attività specifiche mirate a compensare le difficoltà negli apprendimenti nella maniera più rapida ed efficace possibile.
Lo studio Kea di Trieste e Fiumicello, troverete un’equipe di professionisti specializzati in Disturbi Specifici dell’Apprendimento, composta da Neuropsicologo, Logopediste e Terapista occupazionale, per rispondere alle diverse esigenze del/la bambino/a e dei suoi genitori.