Ti è mai capitato di sentirti triste, deluso o arrabbiato e riuscire a trovare pace solo mangiando o sbocconcellando qualcosa? Se la risposta è sì, hai avuto un episodio di fame emotiva.
Il legame alimentazione-emozioni è accertato, infatti quando mangiamo il nostro corpo produce le endorfine, delle sostanze chimiche naturali che inducono un sano stato di euforia e aiutano a superare gli stati dolorosi.
Cos’è la fame emotiva?
La fame emotiva non nasce da una necessità fisiologica di alimentarsi, ma è guidata dalla nostra psiche, durante questi episodi infatti mangiamo per poter far fronte ad emozioni negative o a situazioni che ci mettono a disagio. Le emozioni vengono annegate nel cibo perché, oltre a rilasciare endorfine, è facilmente reperibile, mangiare non comporta alcuno sforzo e la sensazione di silenzio emotivo è immediata.
Si tratta di fame emotiva se:
- è improvvisa e ingestibile;
- richiede soddisfazione immediata;
- è saziabile solo da cibo spazzatura;
- si mangia senza rendersi di conto di cosa e quanto si sta mangiando;
- non si raggiunge mai la sazietà;
- seguita dal senso di colpa e/o sentimenti di disprezzo verso sé stessi.
Quali fattori determinano la fame emotiva?
Le cause scatenanti la fame nervosa non sono ancora del tutto chiare, ma le più accreditate sono:

- difficoltà nella gestione e nel riconoscimento delle proprie emozioni;
- traumi;
- aver subito abusi e violenze;
- scarsa autostima ed autoefficacia;
- elevati livelli di ansia;
- errati comportamenti alimentari durante l’infanzia;
- abitudine famigliare.
Fame emotiva e patologia.
Le difficoltà emotive zittite attraverso il cibo possono sfociare in Disturbi del Comportamento Alimentare caratterizzati da abbuffate e alimentazione incontrollata. Questi disturbi vengono identificati come Bulimia nervosa, quando dopo l’abbuffata la persona vomita, o come Binge Eating, nel caso in cui non si faccia nulla per compensare/eliminare il cibo ingerito. Inoltre, nel caso del disturbo Binge Eating è presente sovrappeso o obesità, che aumentano la possibilità di insorgenza di altre patologie a livello fisico (Ipertensione, problemi cardiaci, problemi respiratori ecc.).
Come gestire la fame emotiva?
Il primo passo riguarda la consapevolezza, pertanto è necessario imparare a distinguere tra fame emotiva e fame fisica. Puoi, ad esempio, utilizzare un diario su cui annotare situazioni, episodi ed emozioni che hanno provocato l’episodio.
Accanto a questo lavoro autogestito è importante affiancare un lavoro di tipo psicologico, con gli obiettivi di:
- scoprire le cause profonde della fame emotiva;
- favorire il riconoscimento e la corretta gestione delle emozioni;
- apprendere tecniche di mindful-eating per gestire al meglio il rapporto cibo-emozioni.
Presso lo Studio KEA puoi trovare uno psicologo-psicoterapeuta specializzato in tecniche di mindful -eating, che ti accompagnerà in un percorso di crescita personale attraverso il riconoscimento e la gestione delle tue emozioni.
Dott.ssa Stefania Maraspin
Psicologa, psicoterapeuta, facilitatrice mindulfness