Perché si sceglie un partner? Non è semplice dare risposta a questa domanda: molti potrebbero sostenere che un partner non si sceglie ma capita. Altri potrebbero dire che non c’è bisogno di un partner, altri ancora potrebbero trovare la domanda senza senso perché lontana dalla loro cultura di appartenenza.
I bisogni fondamentali
Possiamo comunque affermare che esiste una tendenza generale alla scelta del partner: anche nelle relazioni più “libere” la scelta del partner si opera sulla base di elementi complessi che la condizionano. Molti di coloro che sostengono di non aver mai sentito il bisogno di un partner possono non rendersi conto che in realtà non si trattava di una mancanza di bisogno, ma di una rinuncia condizionata.
I motivi della scelta del partner
Si può cercare un partner per una serie svariata di motivi alcuni di carattere utilitaristico, come un vantaggio economico ed organizzativo, oppure a causa di una pressione sociale.
In realtà i motivi principali sembra siano legati ad alcuni bisogni fondamentali dell’Uomo che si esprimono attraverso i suoi sistemi motivazionali, in particolare quello dell’attaccamento-accudimento e quello sessuale. Bisogni che, in una prospettiva biologico-evoluzionistica, si collocano all’interno di una serie di meccanismi volti al mantenimento della specie e alla creazione delle condizioni che garantiscono la sicurezza dei suoi membri durante lo sviluppo.
La ricerca della sicurezza
Il primo è legato alla ricerca di sicurezza e al bisogno complementare che ne deriva di provvedere all’accudimento delle persone molto deboli. L’esigenza di sicurezza si manifesta con più evidenza nelle relazioni in cui, per l’esistenza di gravi difficoltà di rapporto, vi è minaccia concreta di separazione. Molto spesso in queste situazioni il “collante” principale sembra essere la paura della solitudine. Si tratta, cioè, dell’angoscia di venirsi a trovare privi di una figura di riferimento alla quale ricorrere in caso di bisogno. La ricerca della sicurezza è espressa da una serie di comportamenti che ci accompagnano fin dalla nascita, che hanno le loro basi filogenetiche nell’oggettiva vulnerabilità del neonato. Questo è obbligato a far ricorso alla figura di accudimento per soddisfare i suoi bisogni elementari e per la propria sopravvivenza.
La conservazione della specie
Il secondo bisogno è legato alla conservazione della specie attraverso la funzione riproduttiva, finalità originaria dell’attività sessuale, anche se quest’ultima è diventata nell’Uomo sempre più indipendente dalla funzione assegnatale, pur conservando un notevole valore nel mantenimento della relazione. La riuscita di molti matrimoni è legata quindi alla possibilità di procreare. In queste coppie sembra esservi un patto implicito che la sopravvivenza del legame sarà possibile solo se verrà soddisfatta la richiesta di paternità o maternità di ciasacuno dei due partner, o di uno di essi. L’esistenza della relazione viene quindi finalizzata alla procreazione, e quando ciò non viene esplicitato fin dall’inizio può essere fonte di malintesi e di gravi difficoltà.
In ogni caso, il requisito indispensabile è l’esistenza di una fiducia di base nei confronti della persona con la quale si stabilisce la relazione. Diventa determinante a questo scopo la qualità del legame che si è creato con chi originariamente si è preso cura di noi. Sintetizzando, si può affermare che quanto più è stata soddisfacente la relazione originaria, tanto più si potrà sviluppare un atteggiamento di fiducia nei confronti delle nuove relazioni. Quanto più quella è stata ambivalente, ambigua e scarsamente soddisfacente riguardo ai bisogni personali fondamentali, tanto più si osserveranno comportamenti ambigui, ambivalenti o evitanti da parte di chi ha avuto questo tipo di esperienza.