Cos’è un trauma?
Un trauma è l’insieme delle conseguenze che un evento sopraffacente o scioccante ha sul corpo, sui pensieri, sulle emozioni, sulle percezioni, sul comportamento della persona che lo subisce, sui significati che essa dà alle situazioni e sulla visione che ha del mondo e di sé stessa.
Che cosa succede dopo un evento traumatico?
Se si è esposti ad un evento traumatico le conseguenze possono essere molteplici. Eccone alcuni esempi:
- ricorrenti, involontari e intrusivi eventi spiacevoli legati al trauma
- incubi o flashback in cui la persona sente o agisce come se l’evento traumatico si stesse presentando in quel momento
- incapacità di ricordare aspetti importanti dell’evento traumatico
- evitamento persistente degli stimoli associati all’evento traumatico
- persistenti o esagerate convinzioni negative relative a sé stessi o agli altri (“io sono cattivo”; “il mondo è pericoloso”; “non ci si può fidare di nessuno”)
- provare senso di colpa, ad esempio per essere sopravvissuti quando un’altra persona è morta o colpevolizzarsi per non aver fatto a sufficienza
- mancato interesse o piacere alla partecipazione di attività significative;
- esagerate risposte di allarme
- problemi di concentrazione o difficoltà a prender sonno
- comportamento irritabile o esplosioni di rabbia
- persistente incapacità di provare emozioni positive
Quali sono le conseguenze di un trauma?
Un trauma provoca un’interruzione del normale modo di processare l’informazione da parte del cervello. Questo avviene perché l’impatto stressante dell’evento è soverchiante rispetto alle possibilità che ha l’individuo in quel momento di elaborarlo. L’interruzione del normale modo di processare l’informazione determina il fallimento nel creare una memoria coerente dell’esperienza in quanto tutti gli aspetti di memoria, pensiero, sensazioni fisiche ed emotive sperimentate durante l’evento traumatico non riescono ad essere integrati con altre esperienze. Avviene quindi un immagazzinamento disfunzionale delle informazioni correlate all’evento traumatico. Questo provoca il “congelamento” dell’informazione nella sua forma ansiogena originale, cioè nello stesso modo in cui è stato vissuto l’evento. L’informazione congelata persiste in reti neuronali separate e in ogni momento può venire impropriamente attivata da elementi dell’ambiente esterno o interno dell’individuo provocando reazioni ed emozioni di intensità sproporzionata rispetto alla natura dell’evento attuale.
Quali sono gli eventi traumatici trattabili con l’EMDR?
I traumi variano notevolmente per natura, intensità, frequenza e fattori concorrenti. Data la componente altamente soggettiva che porta un individuo a vivere un evento come traumatico, risulta impossibile proporre una lista esaustiva di tutte le potenziali esperienze traumatiche. Tuttavia un possibile modo di classificarle prevede le distinzione fra due tipologie:
La prima, più nota, è causata da eventi improvvisi, inaspettati e di breve durata, contraddistinti da grande pericolo per la vita e incolumità della persona come ad esempio aver vissuto o assistito ad incidenti d’auto, aggressioni, violenze sessuali o fisiche, catastrofi naturali, morte di un genitore, operazioni, interventi di pronto soccorso.
La seconda tipologia di trauma è dovuta a situazioni sfavorevoli, ripetitive, in cui il soggetto prova sensazioni di sopraffazione ed impotenza, deve subire senza poter in nessun modo reagire e fare qualcosa per fermare un certo evento. Ne sono esempio violenze o abusi sessuali ripetuti in famiglia, trascuratezza, eccessiva distanza emotiva da parte delle proprie figure di riferimento, non essere visti e riconosciuti nei propri bisogni essenziali, venire ripetutamente esposti a pericoli in età prematura.
Che cos’è la terapia EMDR?
Una metodologia utilizzata per trattare disturbi legati direttamente a esperienze traumatiche o particolarmente stressanti dal punto di vista emotivo è l’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing ossia Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari).
Riconosciuto come metodo evidence based per il trattamento dei disturbi post traumatici, approvato dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010) e dal nostro Ministero della salute (2003). Nel 2013 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto l’EMDR come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. La sua efficacia è stata dimostrata in tutti i tipi di trauma, anche quelli di minore entità.
Come funziona l’EMDR?
L’EMDR si focalizza sul ricordo dell’esperienza traumatica e fonda la sua azione sulla stimolazione bilaterale del cervello tramite movimenti oculari o altre forme di stimolazione alternata destro/sinistra, che innescano un meccanismo fisiologico autocurante. Quest’ultimo attiva il sistema addetto all’elaborazione dell’informazione che integra le informazioni “congelate” legate all’evento traumatico. I ricordi disturbanti hanno una desensibilizzazione ed in questo modo perdono la loro carica emotiva negativa. La persona cambia le valutazioni cognitive su di sé ed incorpora emozioni adeguate. I pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità e non si riscontrano comportamenti di evitamento e iperarousal nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo. La persona riesce così a discriminare meglio i pericoli reali da quelli immaginari condizionati dall’ansia e ad adottare di conseguenza comportamenti più adattivi.
Presso lo studio multidisciplinare Kea di Trieste e Fiumicello puoi trovare lo psicologo psicoterapeuta più adatto ai tuoi bisogni e alla tua storia.
Dott.ssa Stefania Marzini, Psicologa Psicoterapeuta