Che cos’è l’ictus?
L’ictus o attacco apoplettico è un episodio acuto vasculopatico cerebrale caratterizzato solitamente da un’improvvisa perdita di coscienza ed emiplegia, si distingue tra:
- emorragico/emorragia cerebrale: è dovuto alla rottura improvvisa di un’unica arteria, quasi sempre a causa di due fattori coesistenti, quali l’ipertensione arteriosa e lesioni degenerative arteriosclerotiche della parete vasale con conseguente formazione di aneurismi (dilatazioni delle pareti di un’arteria). Rappresenta circa il 12% delle malattie cerebrovascolari acute;
- ischemico/ischemia cerebrale o stroke: è il più frequente quadro cerebrovascolare acuto, rappresenta circa il 70% dei casi. È dovuto ad un’interruzione del flusso sanguigno a livello cerebrale a causa del restringimento delle arterie che dal collo o dalla testa portano il sangue al cervello, questa condizione è molto spesso la conseguenza dell’arteriosclerosi, ossia la formazione di placche sulle pareti del vaso sanguigno. Si può verificare una trombosi, quando un coagulo blocca una vena cerebrale oppure si può verificare un’embolia cerebrale, ovvero un’occlusione dell’arteria cerebrale dovuta a coaguli, grumi di grasso o altri corpi estranei.
Queste tipologie di ictus possono essere una la conseguenza dell’altra e comportano la perdita di funzionalità dell’area colpita, tale perdita può essere permanente o transitoria. La perdita permanente avviene quando la zona colpita non è più in grado di funzionare correttamente, si parla invece di attacco ischemico transitorio quando i sintomi hanno una durata limitata nel tempo e regrediscono spontaneamente entro le 24 ore.
Quali sono i sintomi dell’ictus?
I sintomi dell’ictus variano da paziente a paziente e in funzione dell’area cerebrale colpita e della tipologia di ictus, in ogni caso i sintomi più comuni sono:
- disturbi motori: emiplegia o tetraplegia;
- emianopsia: incapacità di percepire una parte del proprio corpo;
- disturbi del linguaggio: incapacità di comprensione o produzione del linguaggio (afasia);
- eminegligenza spaziale unilaterale (neglect): perdita di una porzione del campo visivo, solitamente la parte sinistra del corpo e del campo visivo.
Quali sono le cause dell’ictus?
L’insorgenza di un ictus emorragico o ischemico è favorito da diversi fattori, quali:
- disturbi cardiocircolatori: aritmie, anomalie del miocardio, anomali valvolari, malattie infiammatorie acute e croniche dei vasi arteriosi, disordini della coagulazione, anomalie congenite, displasie e malformazioni vascolari (MAV);
- tumori intracranici;
- traumi;
- sovrappeso e obesità;
- famigliarità e/o precedente attacco ischemico transitorio (TIA);
- ipertensione;
- valori elevati di colesterolo nel sangue;
- fumo e alcool;
- diabete mellito.
Uno stile di vita sano, caratterizzato da un’alimentazione sana e attività motoria può contrastare l’insorgenza di un ictus.
Come viene fatta la diagnosi di ictus?
La diagnosi di ictus avviene attraverso l’esame clinico e le tecniche di neuroimaging (TAC e risonanza magnetica), che accertano la presenza di un danno cerebrale, successivamente si procede ad una valutazione neuropsicologica per valutare le perdite funzionali e le funzioni mantenute successivamente all’evento ictale e pianificare il successivo intervento riabilitativo, che vedrà il coinvolgimento di diverse figure professionali.
Quali sono le possibili conseguenze dell’ictus?
Le conseguenze di un ictus prevedono un alto grado di variabilità intersoggettiva, dovuta a diversi fattori, quali: la dimensione dell’ictus e delle aree colpite, l’età di insorgenza, la presenza di ictus precedenti o di altre patologie. Tutti questi fattori determineranno un diverso grado di disabilità e conseguentemente una diversa possibilità di recupero e diverse necessità di assistenza in molteplici ambiti della quotidianità.
Quali sono i possibili trattamenti per l’ictus?
Accanto all’intervento farmacologico e, in alcuni casi l’intervento chirurgico si affianca un intervento riabilitativo individualizzato, che prevederà l’intervento di diversi professionisti, tipicamente un percorso riabilitativo prevede la presenza di:
- neuropsicologo: si occupa del recupero delle funzioni deficitarie, quali ad esempio memoria, attenzione e consapevolezza;
- logopedista;
- fisioterapista;
- terapista occupazionale: si occupa della valutazione della perdita di funzionalità nelle quotidianità e insegna strategie per raggiungere il maggior grado possibile di autonomia;
- psicologo: il suo intervento si rivolge non sola alla persona che ha subito l’ictus, ma anche ai caregivers, offrendo un supporto per poter favorire l’accettazione e l’adattamento alla nuova condizione di vita.
Presso lo studio KEA nelle sedi di Trieste e Fiumicello è presente un’equipe specializzata nella valutazione, progettazione e realizzazione di progetti riabilitativi costruiti sulla persona e la sua famiglia.
Dott.ssa Stefania Maraspin