Non ricordo le cose, avrò l’Alzheimer?

Che cos’è la malattia di Alzheimer?

La malattia di Alzheimer è una demenza o disturbo neurocognitivo maggior (DSM-5), la cui sintomatologia non è presente dalla nascita, ma insorge in età presenile ed ha un decorso progressivamente invalidante. Tra le varie forme dementigene, la malattia di Alzheimer ha un’incidenza che va dal 7% (tra i 60 e i 75 anni) al 40% (dopo gli 80 anni) delle diagnosi di demenza. il decorso della malattia è di tipo degenerativo, dopo un’insorgenza insidiosa la malattia progredisce gradualmente con sintomi cognitivi e comportamentali, fino alla morte, spesso accompagnandosi ad altre patologie. L’insorgenza dei sintomi avviene solitamente attorno agli 80 anni, anche se si osservano forme precoci della malattia con esordio a 50-60 anni.

Quali sono i sintomi della malattia di Alzheimer?

Questa malattia tipicamente esordisce con sintomi legati ad una compromissione della memoria, dell’apprendimento e, a volte, coinvolge l’area prassica, rari sono gli esordi che non coinvolgono la memoria, ma che prevedono l’insorgenza di sintomi visuospaziali o linguistici (afasia logopenica).

Tutti i sintomi sono debilitanti e richiedono un’assistenza di tipo sanitario specializzato, che conosce e sa gestire il progredire della malattia, soprattutto le crisi comportamentali, che prevedono aggressività, sbalzi d’umore e smarrimento.

Negli stati iniziali si manifestano spesso depressione e/o apatia, successivamente sono comuni caratteristiche psicotiche, irritabilità, agitazione, combattività e vagabondaggio. nello stadio avanzato di malattia si osservano disturbi dell’andatura, disfagia, incontinenza, mioclono e talvolta convulsioni.

Quali sono le cause della malattia?

Ad oggi non è identificabile un’unica causa scatenante la malattia, ma si conoscono vari fattori di rischio, che comprendono:

  • ereditarietà;
  • storia medica della persona, ad esempio un precedente trauma cranico può aumentare la probabilità di sviluppare la malattia;
  • stile di vita;
  • fattori di rischio vascolari;
  • fattori ambientali;

Come si giunge alla diagnosi?

La malattia di Alzheimer viene diagnosticata attraverso:

  • esami strumentali (risonanza magnetica, PET, TAC e SPECT) che servono ad evidenziare modificazioni strutturali e metaboliche a livello cerebrale;
  • esami di laboratorio, volte ad escludere la presenza di altre patologie che potrebbero spiegare i sintomi dementigeni;
  • valutazione neuropsicologica con specifici strumenti diagnostici in grado di valutare il deterioramento nelle diverse funzioni cognitive, unitamente ad un colloquio con i caregivers per mettere in luce i sintomi comportamentali e le isole di autonomia della persona.

Quali conseguenze?

Questa malattia è progressiva, quindi il decorso è graduale e porta alla perdita di funzionalità e di autonomia personale, fino a raggiungere la completa dipendenza dall’altro.

Quali trattamenti?

Attualmente non esistono farmaci in grado di curare o prevenire l’insorgenza della malattia, ciò nonostante alcuni pazienti sottoposti a terapia farmacologica dimostrano una riduzione di alcuni sintomi, quali ansia, agitazione, depressione, insonnia e sintomi psicotici.

Le attività di potenziamento cognitivo dimostrano un rallentamento della progressione della malattia e unitamente al lavoro di professionisti afferenti ad altre aree (terapista occupazionale,logopedista e fisioterapista) possono aiutare la persona ad affrontare al meglio la sintomatologia.

Subito dopo la diagnosi è importante coinvolgere e supportare i caregivers, con interventi di tipo psicologico volti a rendere la persona consapevole di cosa accadrà da adesso in poi, in modo da poter affrontare al meglio le diverse fasi della malattia e far fronte alle diverse crisi comportamentali che si presenteranno con il progredire della malattia. Questo percorso per i caregiver, ha inoltre lo scopo di insegnare strategie di approccio con la persona ammalata e dare voce ai sentimenti di frustrazione e impotenza, che emergono quando bisogna affrontare malattie degenerative, che poco alla volta portano via la persona.

Presso lo studio KEA di Trieste e Fiumicello trovate un‘equipe multidisciplinare specializzata per rispondere alle diverse esigenze diagnostiche e riabilitative del paziente, nonché di supporto e “istruzione” dei caregivers.

Dott.ssa Stefania Maraspin